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Edmonda Aldini


Diplomata all'Accademia d'arte drammatica di Roma, debutta a San Miniato nei Dialoghi delle Carmelitane messi in scena da O. Costa nel ruolo della fervida Suor Costanza di san Dionigi, ottenendo un lusinghiero successo. Terminate le repliche in giro per l'Italia (1954) è a fianco di V. Gassman, con il quale recita a più riprese e per diversi anni: Ornifle di Anouilh (1957), Alla periferia di Zardi, Oreste di Alfieri, dove impone a fianco di E. Zareschi una bellissima Clitennestra, tutta giocata sui registri bassi in una apparizione che denunciava fin dal suo primo apparire «la colpa, il vizio e la vergogna e la pietà di se stessa divenuta un'ormai un'abitudine, ma senza alcuna bassezza» (De Feo), fino all'applauditissimo Gioco degli eroi televisivo (1963) nel quale sosteneva tutti i ruoli femminili, dalla regina Atossa dei Persiani di Eschilo a Maria nel Pianto della Madonna di Jacopone da Todi.
Nel 1961 è al Piccolo milanese nello Schweyk nella seconda guerra mondiale di Brecht, perfettamente a suo agio nei song (vi ritorna nel '64 per Le notti dell'ira di Salacrou, e ancora negli anni '80 per una ripresa del Temporale di Strindberg). È Bradamante nel fortunatissimo Orlando furioso di Ronconi-Sanguineti a Spoleto prima, poi nelle piazze italiane (1969) e con F. Benedetti e V. Gazzolo tra i fondatori della Comunità Teatrale dell'Emilia Romagna. Attrice dalle multiformi possibilità, ha legato il suo nome a interpretazioni sempre intelligenti e importanti: dalla Figlia di Iorio diretta da De Simone a Ignorabimus di Holz diretto da Ronconi al Fabbricone di Prato - ma con Ronconi occorre ricordare anche la bella prova nel Riccardo III allo Stabile di Torino (era Lady Anna accanto a Gassman, la Fabbri era Elisabetta, l'Albertini Margherita e Maria Fabbri la duchessa di York) -, La donna sul letto di Brusati, Confessione scandalosa di Ruth Wolf (1978), diretta, nei panni e nelle vicissitudini più psicologiche che storiche di Cristina di Svezia, da Patroni Griffi (con il quale è Elettra nell' Oreste alfieriano interpretato da Remo Girone) e Il cavaliere dal pestello ardente degli elisabettiani Beaumont e Flechter, di cui è anche regista, con la sua compagnia in ditta con Duilio Del Prete, suo compagno per anni (1979). Ultimamente ha diradato le sue apparizioni, privilegiando le serate di poesia.